Biennale Cinema 2023: i Leoni d'Oro alla Carriera

  • Scopri le personalità del mondo del cinema che hanno vinto i Leoni d’Oro alla Carriera dell'80° edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia è il festival del cinema più antico del mondo. Nata nel 1932, fin dalla sua prima edizione raccolse numerosi consensi, tanto da diventare già pochi anni dopo un vero e proprio appuntamento annuale, arrivando fino ai giorni nostri.

Oggi il festival è uno degli eventi cinematografici più importanti al mondo e che nel corso degli anni è riuscito a rimanere al passo con le novità del settore. Di anno in anno presenta al Lido un cartellone di caratura mondiale, fatto di talenti emergenti, registi e interpreti affermati. L’iconico tappeto rosso della Mostra del Cinema di Venezia è stato calcato dai più grandi nomi di ieri e di oggi, portando avanti la magia che da sempre contraddistingue il festival, creata da un perfetto connubio tra un programma di notevole valore artistico e una giusta dose di glamour.

In quanto ai premi, oltre al Leone d’Oro al Miglior Film, una notevole importanza viene data ogni anno anche ai Leoni d’Oro alla Carriera, assegnati a personalità del mondo del cinema che hanno saputo distinguersi grazie al loro operato.

Per quest’anno, tale riconoscimento verrà assegnato alla regista Liliana Cavani e all’attore Tony Leung Chiu-wai, durante la 80° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, che si terrà dal 30 agosto al 9 settembre 2023. I vincitori si sono dichiarati felici e onorati di calcare di nuovo il magico tappeto rosso del Lido di Venezia: Liliana Cavani, infatti, ha partecipato per la prima volta alla Mostra nel 1965, con Philippe Pétain: Processo a Vichy, tornando poi diverse volte; Tony Leung Chiu-wai, invece, ha preso parte a ben tre film premiati con il Leone d’Oro: Città dolente (1989), Cyclo (1995) e Lust, Caution (2007).
Come ogni anno, la decisione sull’assegnazione dei premi è stata presa dal CDA della Biennale di Venezia, che ha approvato la proposta inoltrata da Alberto Barbera, storico Direttore della Mostra.

 

 

Liliana Cavani e Tony Leung Chiu-wai: note biografiche sui Leoni d’Oro alla Carriera 2023

Definita da Alberto Barbera come una delle protagoniste più emblematiche del nuovo cinema italiano degli anni Sessanta, Liliana Cavani ha attraversato la storia dello spettacolo passando per la televisione, il teatro e la musica lirica, senza perdere lo spirito non convenzionale, l’inquietudine intellettuale e il pensiero anticonformista che l’hanno resa celebre sin dall’inizio.

Una volta diplomata al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e laureata in Lettere Antiche all'Università di Bologna, Liliana iniziò a realizzare i suoi primi documentari alla Rai, tra cui Storia del Terzo Reich (1962), L'età di Stalin (1963) e Philippe Pétain: processo a Vichy (vincitore del Leone d'Oro per il documentario alla Mostra di Venezia nel 1965), trattando tematiche forti e complicate.

La notorietà arrivò con il primo lungometraggio, Francesco d’Assisi; seguirono poi Galileo (1968), I cannibali (1969), L’ospite (1971) e Milarepa (1974), che la portò in concorso al Festival di Cannes. Con Il portiere di notte (1974), interpretato da Dirk Bogarde e Charlotte Rampling, ottenne un grande successo da parte della critica e del pubblico, che continuò con Al di là del bene e del male (1977),  La pelle (1981) e Interno berlinese (1985), dal successo internazionale.

Tornò alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1993 con Dove siete? Io sono qui, nel 2002 con Il gioco di Ripley e, infine, nel 2012 con il cortometraggio Clarisse, vincitore del Premio Pasinetti. In quasi tutti i suoi film, i personaggi vivono all’interno di un contesto storico carico di tensione esistenziale nei confronti del cambiamento.

Con uno sguardo politico coraggioso, non allineato e anti-dogmatico, Liliana riesce ad affrontare tabù impegnativi senza cedere a nessun compromesso, con uno sguardo aperto all’ambiguità e in grado di regalare una lezione di etica e di estetica sempre attuale.

Riprendendo sempre Alberto Barbera: “Tony Leung Chiu-wai è uno degli interpreti più carismatici del cinema contemporaneo, la cui eccezionale carriera è stata in grado di evolversi in parallelo allo sviluppo del cinema in chiave transnazionale e globale”. Nato nel 1962, partì come star della scena pop di Hong Kong negli anni Ottanta. Oggi la CNN lo include tra i “25 più grandi attori asiatici di tutti i tempi” ed è considerato il miglior attore di Hong Kong della sua generazione.

Numerosi riconoscimenti  l’hanno consacrato a livello internazionale, tra cui la Palma d’Oro come miglior attore al Festival di Cannes per In the Mood for Love, tre film vincitori del Leone d'Oro alla Mostra di Venezia, sette premi agli Hong Kong Film Awards e tre ai Golden Horse Film Awards. Tony Leung Chiu-wai è tra i protagonisti di Hero (2002), Hard Boiled (1992) e Infernal Affairs (2002-03), tutti grandi successi al botteghino. Senza dimenticare il ruolo di Wenwu nel film dei Marvel Studios Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli (2021).

Grazie alla sua estrema versatilità, ha dato vita a personaggi indimenticabili nei generi più vari, in lingue e scenari produttivi molto differenti. La sua capacità di attraversare immaginari cinematografici in costante mutamento e la curiosità di interpretare ruoli diversi e ricchi di sfaccettature hanno contribuito a ridefinire la tradizionale immagine di star maschile della scena cinematografica contemporanea.

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